CONSIGLI PER RITRATTI PERFETTI

Il ritratto, in tutte le sue forme (a partire dalla foto ricordo) è senza dubbio il genere di fotografia più diffuso e comune.

Siamo abituati a sentirci dire che in un ritratto quella che conta è la spontaneità, e quindi che dobbiamo prendere confidenza con il soggetto ed evitare delle pose troppo guidate o rigide.

Tutto questo è assolutamente vero. Come è altrettanto vero che per fare un ritratto significativo è necessario prendere confidenza con il soggetto e imparare a conoscerlo, in modo da identificarne i tratti distintivi del carattere. Che poi è proprio questo quello che voglio comunicare con la mia foto.

Tuttavia, questa è solo la faccia "chiara" della luna. Nella realtà, esiste tutto un mondo "nascosto" ai più che è altrettanto importante, ma che in pochissimi conoscono tra i non iniziati.

La ragione è che, insieme alla natura morta da studio, il ritratto forse è il più tecnico dei generi fotografici, anche se quasi sempre non ce ne rendiamo conto.

Ne consegue che, se non acquisisci la giusta padronanza tecnica, continuerai per sempre ad ottenere solo occasionalmente buoni ritratti, senza acquisire mai davvero il controllo della situazione.

Dunque la morale del consiglio di oggi è molto semplice: se ti interessa il ritratto, non fare l'errore di sottovalutare l'importanza degli aspetti tecnici.

Il perché, se ci pensi, è quasi ovvio: l'occhio umano ha una sensibilità particolare per i volti. Ognuno di noi interpreta in una frazione di secondo la mimica del proprio interlocutore per intuire cosa sta pensando.

Tradotto in termini fotografici questo significa che ogni minima variazione della resa di un dettaglio può cambiare la lettura del volto da parte di chi osserva la fotografia.

Ed è per questo che in molti sostengono di venire male in foto. Perché a volte, nello scatto, vengono fissati (ed evidenziati) dei particolari che distorcono la percezione complessiva dell'espressione. E quindi uno non si riconosce più nella fotografia che lo ritrae.

Dunque il fotografo ha la necessità di porre la massima attenzione (e dotarsi della massima conoscenza) per capire in che modo la tecnica di ripresa adottata si rifletterà sulla resa dell'immagine, in modo da poter controllare al meglio l'impatto delle proprie scelte sul risultato finale.

Se devo consigliarti, io direi che gli aspetti che incidono maggiormente sulla resa del volto in fotografia sono 3.

1. La luce
La luce, l'illuminazione del soggetto, è sempre un passaggio cruciale nella realizzazione di una fotografia consapevole. Ma il ritratto è genere fotografico in cui le scelte di illuminazione possono avere l'impatto più profondo sul risultato, in positivo e in negativo.

Tutti noi credo abbiamo in mente l'effetto antiestetico e distorsivo provocato dalle ombre del naso e delle arcate sopracciliari proiettate sul viso dal sole quando, in primavera ed estate, fotografiamo in esterna nelle ore centrali del giorno.

Ecco, quella è solo la punta dell'iceberg: la durezza della luce, la direzione di illuminazione, il colore della luce che illumina, sono tutti parametri con cui puoi/devi imparare a giocare se vuoi essere davvero padrone del tuo scatto.

L'illuminazione influenza la resa della pelle e la sua texture, le ombre proiettate da e sul soggetto, l'atmosfera complessiva comunicata dallo scatto (a seconda della tua scelta di colore o bianco&nero).

2. L'angolo di ripresa
Beh, potrebbe sembrare scontato, ma la scelta dell'angolo da cui riprendere il soggetto è fondamentale perché combina due aspetti importanti.

Da un lato infatti, la scelta del punto di ripresa denota in qualche modo il rapporto tra l'osservatore e il soggetto. Una ripresa dal basso verso l'alto denota sudditanza dell'osservatore e, per contrasto, conferisce autorità e autorevolezza al soggetto. Viceversa una ripresa dall'alto verso il basso tende a comunicare la fragilità del soggetto e un suo possibile stato di sottomissione.

Dall'altro lato, l'angolo di ripresa aiuta a mettere in risalto (o a nascondere) specifiche caratteristiche fisiche del volto. La ripresa dal basso tende a ridurre l'ampiezza della fronte e, viceversa, ad allungare il naso. La ripresa frontale "schiaccia" il naso e lo "allarga". La ripresa di tre quarti tende a rendere meno evidenti le asimmetrie del volto, e quindi a "regolarizzarlo". E così via.

3. La scelta della focale
Si dice che la focale d'elezione per il ritratto sia un medio teleobiettivo (85-105 mm su full frame: 55-70 mm su APS-C).

Quello che però non puoi trascurare è il fatto che se riprendi il tuo soggetto da vicino tenderai a estremizzare la fuga prospettica del volto (molto brutto!), mentre se lo riprendi da lontano ottieni un opposto effetto schiacciamento (meno brutto).

Naturalmente è quasi inevitabile (ma errato!) pensare che tenderai a scattare da più vicino se usi una focale corta, e da più lontano se ne usi una lunga.

Inoltre, più spingi con il tele, più tenderai a ridurre la profondità di campo (soprattutto a diaframma aperto), e questo condizionerà in modo significativo l'interazione tra il soggetto principale del ritratto e lo sfondo che lo circonda (molti cercano proprio questo effetto di ‘stacco’ del soggetto dallo sfondo sfuocato)

Insomma, se vuoi fare il ritrattista devi allenarti, e sperimentare in prima persona gli effetti prodotti dal variare questi (e altri) parametri nell'impostazione del tuo scatto.

 

 





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