GRAFICA E FOTOGRAFIA

Abbiamo già discusso una volta di quanto possa essere utile provare a trattare l’immagine fotografica come una combinazione di forme e contorni. In quell’occasione, ti suggerivo di sfruttare lo spazio negativo (cioè la parte di inquadratura fuori dal soggetto principale) come strumento per rinforzare la composizione dell’immagine.

Oggi invece ci concentriamo sugli spazi positivi, sui soggetti della fotografia, ma cercando di trattarli il più possibile come elementi grafici; svuotandoli della loro natura indicale e simbolica.

Infatti, l’immagine fotografica vive costantemente una forma di dualismo, una doppia anima: da un lato si tratta di una rappresentazione della realtà (questo ritratto rappresenta una persona, quella foto d’architettura rappresenta un monumento, la foto naturalistica in quel libro rappresenta un animale selvatico, ecc.); dall’altro però, una fotografia è indubitabilmente anche una composizione grafica in due dimensioni (una composizione di macchie di colore – o di grigi - su una superficie piana).

L’apparente somiglianza tra la fotografia e la realtà da essa ritratta ci porta spesso a percepire molto chiaramente la prima di queste anime, e a trascurare completamente (o quasi) la seconda.

Ma in realtà, perché un lavoro fotografico si possa definire effettivamente riuscito, di solito queste due anime devono convivere, e rinforzarsi a vicenda.

Un buon punto di partenza può essere assumere che (non sempre, ma molto spesso) le immagini che funzionano abbiano dalla loro un chiaro ordine grafico.

Significa che, spesso, in un’immagine riuscita puoi riconoscere un elemento grafico dominante, che comanda poi la costruzione di tutto il resto della scena.

Ma attenzione, non necessariamente il fulcro grafico deve coincidere con il soggetto principale, anzi. Spesso è il contrario. Il motivo grafico crea il contesto capace di esaltare il messaggio.

Guarda questi due scatti di Fan Ho, che era un assoluto maestro della composizione. Tra i suoi scatti puoi trovare decine di esempi di maestria assoluta nella gestione delle geometrie e della luce. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può acquisire un discreto livello di consapevolezza e di competenza in materia. Basta applicarsi un po’.

Il trucco è cercare di guardare alla scena da fotografare come se fosse una composizione astratta, e priva di profondità.

In questo senso devi ignorare il soggetto. Non devi pensare a cosa stai fotografando. Al contrario, devi cercare di concentrarti sulle forme geometriche che riesci a identificare nella scena.

Lo scatto che stai per realizzare si fonda su motivi ricorrenti orizzontali o verticali? Esiste una particolare forma che può costituire la spina dorsale grafica della tua immagine? Come si sposa tutto questo con l’angolo di ripresa e con il taglio dell’immagine? C’è qualche elemento di disturbo che devi assolutamente eliminare dall’inquadratura perché danneggia l’impianto grafico della fotografia?

Più ti abituerai a fare questo genere di considerazioni prima di scattare, più le tue immagini risulteranno efficaci.

In assenza di un chiaro progetto grafico all’origine, nella maggior parte dei casi il recupero "a posteriori" sarà inevitabilmente solo parziale e, di conseguenza, di efficacia limitata.

Il nostro cervello è abituato a processare le immagini per ottenere informazioni immediate sull’ambiente che ci circonda. E’ fondamentale che questo avvenga in modo automatico, perché è l’unico modo per permetterci di reagire rapidamente ai cambiamenti repentini del contesto.

Quindi, dobbiamo allenarci a bloccare gli automatismi del nostro cervello, e imporci di non vedere l’oggetto, ma solo la sua grafica.

La cosa migliore è iniziare con soggetti semplici. Prendi, per esempio, un albero spoglio su uno sfondo di cielo vuoto, privo di nubi. Prova a non vedere l’albero. Cerca di vedere la grafica delle linee prodotte dai suoi rami.

Quando riesci a vedere in questo modo, passa a soggetti più complessi. Soggetti che ti è difficile astrarre. Una strada affollata, un animale, un viso. E così via.

Ogni soggetto può essere scomposto in una combinazione di contorni, forme, linee, curve, angoli, e così via. Devi solo allenarti a farlo.

Mano a mano che ti impratichirai con questo modo di osservare la scena, ti accorgerai che quasi sempre è possibile identificare un tema grafico da sviluppare. Allo stesso tempo però, ti renderai conto del fatto che nella maggior parte dei casi il disegno è sottile, ed è mascherato da una serie di elementi di disturbo che lo sommergono in mezzo al rumore.

Ed è proprio questa l’abilità del fotografo capace:

Riconoscere la trama annegata nel rumore, e riportarla a galla attraverso un’abile costruzione della fotografia.

Dalla scelta della focale alla definizione dell’angolo di ripresa; dall’uso (o meno) del fuoco selettivo, alla scelta del tempo di scatto, alla valutazione della luce e delle fonti di illuminazione, alla scelta tra ripresa monocromatica e colore; e poi il formato della fotografia; la gestione dei toni e del contrasto in post produzione…

Tutto insomma, qualunque scelta tecnica tu applichi, dovrebbe essere orientato a esaltare il leitmotiv grafico della tua immagine, in accordo con il messaggio che hai deciso di far passare con quello scatto.

 



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