PROGETTO - SCATTA CON UNO SCOPO
In fotografia la parola progetto è fondamentale. Il progetto in fotografia è in essenza l’elemento che distingue un fotografo da uno che fa delle fotografie.
Un fotografo infatti è uno che scatta delle fotografie con uno scopo. E il piano per raggiungere lo scopo si materializza in un progetto. Il fatto che un "fotografo" mediamente faccia delle fotografie più interessanti rispetto a uno che – più o meno per caso – "si trova a fotografare" è una conseguenza – non la causa – di questo stato di cose.
Eppure molti rifiutano questa idea. Pensano che progettare significhi legarsi a uno schema rigido, soffocare la spontaneità, dover lavorare per stereotipi.
Nulla di più falso. Ed è questo il consiglio di oggi: anche se ti senti amatore del mondo della fotografie senza ambizioni di professionismo; anche se hai sempre pensato che in fondo "ti piace solo fotografare, nulla più di questo"; non rinunciare a priori all’idea di progettare.
Molti associano a “progetto” due idee:
Una fotografia “staged”, costruita e architettata (progettata) a regola d’arte
Un piano dettagliato di lavoro per cui si definisce a priori un prodotto fotografico da ottenere e poi si organizza il lavoro per produrlo
In realtà, per quanto entrambe le attività che abbiamo appena descritto possano rientrare a pieno titolo nella gamma degli strumenti utili a realizzare un progetto fotografico, nessuna delle due definizioni coglie l’essenza di quello che dovrebbe essere il progetto per antonomasia.
Infatti, l’elemento distintivo del concetto stesso di progetto è l'idea di uno scopo, non il percorso con cui si arriva a realizzarlo. Questo viene, semmai, di conseguenza.
A volte capita di confondere l’importanza di avere una progettualità con la possibilità di adottare uno specifico metodo di realizzazione del lavoro.
Per dirla in altri termini, io posso anche avere un progetto che si basa su un metodo di realizzazione delle mie fotografie completamente destrutturato, massimamente intuitivo e completamente spontaneo. L'importante è che l'abbia deciso, che non sia capitato semplicemente per incuria e disattenzione.
E' proprio quando si identifica una chiara direttrice guida, che poi si può dare davvero libero sfogo alla creatività ed esplorare liberamente tutte le strade possibili per raggiungere l’obiettivo.
I pilastri intorno ai quali costruire una progettualità solida e vera si contano sulle dita di una sola mano:
Avere in mente cosa si vorrebbe realizzare
Sapere perché è importante (per noi) arrivare a quel traguardo
Sapere perché quel traguardo dovrebbe essere raggiunto attraverso la fotografia
Sapere perché dovremmo essere noi a realizzare questo progetto
E’ la cosa più difficile, ma una volta definiti questi 4 punti, il resto sarà tutto in discesa.
E non devi nemmeno immaginarti che tutto questo debba essere raggiunto a priori, prima di cominciare a sviluppare il progetto. Spesso le idee si chiariscono proprio mentre uno è immerso nel lavoro e comincia a capire davvero le dinamiche più profonde di cosa sta smuovendo.
Quello che è importante però, è tenere sempre a mente che il nostro obiettivo primario, a cui tendere durante tutte le fasi di realizzazione e di rivalutazione della nostra opera, deve essere sempre quello di riuscire rispondere a questi pochi quesiti fondamentali:
Perché ho fatto questa fotografia?
Cosa sentivo o volevo trasmettere quando l’ho scattata?
Perché dovrei cercare di esprimere questo sentimento tramite un’immagine fotografica?
Cosa c’è di realmente mio in questa idea?
Se ti poni queste domande, cercando realmente di rispondere con sincerità ogni volta, stai già cominciando a progettare, e ne percepirai immediatamente i benefici.
Dal Progetto “Cities Underground” di G.M. Bobba
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